sabato 28 luglio 2007

Potter, Peace and Love


Ora tocca a me: vi dirò tutto, non potete fermarmi... AH AH AH AH AH AH AAAH (risata satanica). Allora:

Harry è un alieno
Hermione è un lupo mannaro
Snape è un agente assicurativo (Aaaaah, orrore!)
Ron è il figlio segreto di Voldemort... e Petunia
Tonk è un trans
Poi arriva Godzilla e, d'accordo col maggiordomo, ammazza tutti. Tranne Hagrid che scappa in Sudamerica e diventa prima un divo delle telenovelas, poi presidente degli Stati Uniti.

A parte queste, risapute, notizie, non rivelerò altro. Se non che il romanzo mi è piaciuto moooolto. E mi ha fatto pensare che Harry Potter e John Lennon hanno in comune qualcosa di più importante della montatura degli occhiali: "Love is the answer". Il protagonista della saga, quello con il nome in copertina, non è il mago più potente, geniale o preparato, ma quello che ha più cuore.
Altri punti a favore del libro: è contro ogni discriminazione: di classe, sesso, nazionalità, razza. Maghi, muggle, elfi, goblin, centauri, giganti: all together now! E ci regala molti ritratti di ragazze forti e intelligenti.
E' contro la vendetta. Ma esalta la resistenza.
Insegna a non fidarsi ciecamente dell'autorità, ma ad usare il proprio spirito critico. I ministri (qui sfonda una porta aperta), i professori, l'informazione, le grandi personalità pubbliche: si tratta sempre di uomini. Tutti hanno le loro debolezze, tutti commettono degli errori. Non bisogna mettere nessuno sul piedistallo.
Io però qualcuno lo vorrei mettere, se non su un piedistallo, almeno su un marciapiede molto alto, di quelli che quando scendi con la bici ti fai male: lei, la Rowling. Che ha saputo creare un mondo fantastico, complesso e sempre coerente. Che ci ha fatto andare all'una di notte
in libreria come se andassimo a una festa. Che è riuscita, nel finale a far quadrare tutto, a svelare ogni mistero, a rendere significativo ogni dettaglio o personaggio incontrati nei libri precedenti. E a commuovermi più di una volta. God save the Queen!
Per concludere con sentimento, il tutto sempre rigorosamente british, citerò Paul McCartney dal mitico medley di Abbey Road: la canzone si intitola, appunto, THE END. "And in the end, the love you take is equal to the love you gave". Pace, fratello.

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