lunedì 27 agosto 2007

Thank U India


Ieri, dopo 36 ore di viaggio con 1 bus sgangherato senza finestre, 1 bus deluxe con aria condizionata, svariati autorisciò, 1 aereo indiano, 2 aerei svizzeri (per un totale di circa 8000 controlli di passaporti) e, finalmente, la metropolitana, siamo tornati a casa. E' stato un viaggio indimenticabile, 30 giorni di scoperte e sorprese... che avrei voluto annotare man mano nel blog, ma ci siamo resi conto subito che gli internet point erano per lo più baracche nella giungla con computer vecchisimi e connessioni lentissime. Per cui i ricordi sono rimasti tutti ben custoditi nella nostra mente e nel nostro cuore... nonché in 21 rullini e 3 giga di foto!
In questi giorni, con un po' di pazienza e di tempo libero, trasferirò un po' della mia memoria, ormai in overload di sensazioni, esperienze e riflessioni, nel blog.
Tanto per cominciare, a mo' di introduzione, ecco 2 liste. Può sembrare schematico elencare i pro e i contro dell'India, invece rende bene il continuo alternarsi di sensazioni opposte e il costante lavorio interiore per comprendere un paese così pieno di contrasti.

Cose che ci sono piaciute dell'India:
- i colori, ovunque
- i sapori della loro ricchissima cucina, specialmente le parota e tutti i diversi tipi di pane, i gobi manchuri e tutti i mille modi appetitosi di cucinare le verdure tanto da far credere a Francesco di mangiare carne mentre si trattava in realtà di cavoli, i samosa e gli snack fritti, il cocco da bere e mangiare a ogni angolo di strada, il succo di mango
- i templi sparsi per le colline e le risaie di Hampi e quelli cittadini, coloratissimi e affollatissimi, di Madurai e Trichy
- il gelsomino nei capelli delle donne, così profumato da sovrastare qualunque cattivo odore della strada
- tessuti e colori dei loro sari, una gioia per gli occhi
- la giungla
- i ventilatori ovunque al posto dell'aria condizionata: in ogni bar, ristorante, stanza d'albergo e anche al cinema e in treno. Efficaci ed ecologici

- la simpatia, la genuinità e l'ingenuità degli indiani che ci avvicinavano per strada per stringerci la mano e chiederci da dove venivamo, ci chiedevano di esser fotografati con noi come con degli animali rari, ci offrivano da mangiare anche se avevano meno di noi
- fiori e mercati dei fiori
- il , buonissimo e diversissimo dal nostro. E il fatto che potevi trovarlo ovunque, per strada, in treno, sulla spiaggia.
- gli alberi giganti
-
le farfalle giganti
- l'eredità di Ghandi che ha reso l'India indipendente senza alcuno strascico di rancore per l'occupante o per l'Occidente in genere: "odiare il male e non chi ne è portatore"
- le spezie
- le scimmie

- l'eleganza innata degli indiani che, nelle strade fangose allagate dai monsoni, vestono sari lunghi fino ai piedi, le donne, o completamente di bianco, gli uomini, senza mai sporcarsi
- la vendita di medicine al dettaglio e a prezzi modici (puoi compre 1 aspirina!)
- i bambini con le divise colorate della scuola... ma a piedi nudi
- sentirsi per una volta come Madonna quando un'intera scolaresca ti travolge per stringerti la mano
- l'hinduismo, una religione completamente diversa, in cui si adora un fallo gigante spesso posato su una vagina gigante da cui scaturisce l'acqua benedetta, una religionein cui Dio Cobra e Dio Scimmia non sono bestemmie!
- mangiare sempre con le mani, soprattutto mangiare
con le mani il riso salsoso nei ristoranti chic, mentre al tavolo accanto uomini d'affari in giacca e cravatta fanno altrettanto
- gli elefanti
- le cavigliere
- le medicine e i cosmetici dell'ayurveda, naturali al 100%
- la natura, Monsoni esclusi
- gli autobus pubblici, frequentissimi, che si fermano se per strada alzi la mano e puoi comodamente fare il biglietto a bordo
- la sensualità delle donne indiane, col sari che lascia scoperta una spalla e fa intravedere la pancia, i fiori nei capelli e i gioielli ovunque, dal naso alle dita dei piedi
- il modo di pregare degli induisti, portando al tempio offerte di fiori e noci di cocco, disegnando elaborati fiori di loto sul pavimento dei templi e davanti alla soglia di ogni casa
- l'ottimismo degli indiani che, a differenza degli italiani, dopo 60 anni di repubblica e con una classe politica parimenti corrotta, inciuciona e inefficace, ancora lottano, scioperano, manifestano, boicottano: contadini senza terra che strappano terreni alle multinanzionali straniere o tribù che ottengono la chiusura di una fabbrica della CocaCola inquinante.
- gli uomini con la gonna
- le sorpese, sempre

Cose che non ci sono piaciute dell'India:
- il loro folle modo di guidare, lisciando i pedoni, senza mai (giuro: mai in 30 giorni) usare i freni, manifestazione evidente dell'abitudine ad una scarsa considerazione della vita umana
- l'indifferenza generale per l'alluvione più grande della storia che ha colpito molti territori indiani causando migliaia di vittime e sfollati, vedi sopra alla voce "vita umana"
- i venditori di souvenir e gli autisti di autorisciò che ti parlano ma non ti ascoltano
- vedere le donne spazzare le strade o strappare le erbacce letterlamente piegate in due, quando basterebbe aggiungere un manico alle scope e alle vanghe
- vedere famiglie intere che dormono per strada
- Bangalore, una città che unisce il peggio dell'india al peggio dell'occidente: strade fangose e allagate, traffico, smog, miseria + orrendi centri commerciali, scadenti vestiti occidentali, le grandi multinazionali. Il pensiero che questo possa essere il futuro dell'India: fascinazione per gli aspetti più deteriori dell'occidente, capitalismo sfrenato, nuova colonizzazione culturale ed economica (vedi abbandono del sari che ha significato finora non solo identità ma indipendenza economica dai paesi stranieri, così come nei progetti di Ghandi)
- le guesthouse segnalate dalla Lonely Planet, da evitare in blocco, perché diventano immancabilmente arroganti e carissime
- i "bacarozzi" giganti con le antenne
- i sacerdoti nei templi che ti danno la benedizione solo perché vogliono un'offerta
- gli uomini che pisciano per strada (ecco spiegata la necessità dei gelsomini profumati)
- tutti sputano in continuazione, si scaccolano, ruttano in dolby surround senza il minimo pudore
- le custodi dei cessi pubblici che tentano di fregarti 1 rupia e i genere tutti quelli che considerano i turisti come portafogli ambulanti perché, per abitudine e ignoranza, sono abitutati a pensare che i soldi possano arrivare solo da fuori, dagli stranieri... e non sanno che
potrebbero pretendere qualcosa anche dal loro governo: una più equa distribuzione delle risorse. Se solo votassero. Se sapessero di essere parte di una democrazia. Invece, mentre le gioiellerie sono sempre piene di indiani che spendono cifre da capogiro in oro, le strade sono piene di mendicanti
- tutti buttano cartacce per terra in continuazione, sporcando città, boschi e spiagge con indifferenza, tanto più incomprensibile per un popolo la cui religione si basa sull'adorazione della natura
- la generale sessuofobia (sull'autobus, ad esempio, uomini e donne evitano di sedersi vicini e, se proprio ci sono costretti, si siedono in pizzo scomodissimi per evitare il minimo contatto!)





I colori












I templi


Gli immancabili gelsomini


Vagone letto con ventilatori


Zozzone che fa il tè


Figli di Ghandi


Unghiata di tigre




L'uscita da scuola


Il lingam, fallo simbolo di Shiva, e intorno, scavata nella roccia, la vagina


Nandi, il toro guardiano del tempio


Naga, il dio cobra



Hanuman, il dio scimmia







Donne in preghiera



Uomini in "lunghi"


Donne che strappano le erbacce






Elefanti... con cavigliere