lunedì 10 settembre 2007

1° giorno in India: Bombay Shock



La più grande lavanderia di Bombay... senza lavatrici


Ecco cosa avevo scritto, nel mio quaderno, dopo il 1° giorno in India.

Vai all'aeroporto, entri in un territorio internazionale, viaggi in aereo per ore con passeggeri internazionali, ti servono cucina internazionale. Poi arrivi a destinazione di notte, ti infili in un taxi sotto la pioggia battente, non si vede niente, arrivi nel primo alberghetto decente che trovi, vai a dormire. La mattina dopo ti svegli, esci e... BOOM! sei su un altro pianeta.
Cammini per strada e ti senti come gli astronauti durante l'allunaggio, sfasato, spaesato, gli occhi spalancati sul nuovo mondo. Il fango, il traffico, le mucche, i mendicanti, le zanzare, i truffatori che insistono per pulirti le orecchie, le fiat anni '50, gli autorisciò, cioè apecar gialle che corrono all'impazzata, e su tutto l'odore di pioggia e spezie, e il rumore dei clacson che ti accompagna ovunque.
Niente poteva prepararti veramente a tutto questo, nessuna guida.
Ci facciamo coraggio e percorriamo l'itinerario consigliato. Due turisti occidentali completamente digiuni di storia e cultura indiane. A metà giornata mi chiedo se siamo come quegli americani o giapponesi che visitano Roma in 2 giorni o tutta l'Europa in 10, cogliendo solo la superficie delle cose, guardando i monumenti indicati sulla mappa, il Vittoriano, il Colosseo, il Palazzaccio, senza cogliere l'essenza del posto. Probabilmente sì. Ma, anche così, non è poco. Qui la superficie è abbastanza per sconvolgerti, lasciarti a bocca aperta, farti riflettere.
Francesco riassume questi miei pensieri, dubbi, preoccupazioni in una sola parola che continua a ripetere tutto il giorno, come un mantra: "SHOCK!".

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