Il giardino dell'Eden esiste ancora, ed è in India. E' aperto a tutti, buoni e cattivi, santi e peccatori, cristiani, induisti e buddisti... bastano 20 minuti di autorisciò. Una volta entrati, si raccomanda di tenere gli occhi aperti, il naso all'erta, la bocca pronta... perché l'esperienza coinvolge tutti i sensi. Ci sono fiori colorati, spezie da annusare, frutti da assaggiare.
Non abbiamo fumato né avuto allucinazioni da curry, sto parlando degli Spice Garden che abbondano nella zona della riserva delle tigri di Peryar, tra colline ricoperte di piante di tè. Questi giardini paradisiaci sono piccole giungle da cortile, in ognuno una grandissima varietà e concentrazione di piante: cardamomo, frutto della passione, peperoncini, pepe, vaniglia, eliconie, banani e tanti altri che non ricordo più.
Nel nostro piccolo abbiamo cercato di conservare vivo il ricordo di quel carnevale dei sensi. Di portarne un po' a casa. Non sto parlando delle piantine di rosmarino e basilico sulla ringhiera che lottano a fatica contro i meno piacevoli odori cittadini. Ma di uno scrigno delle meraviglie, un intero cassetto pieno zeppo di tutte le spezie che ci sono piaciute di più. Il miglior souvenir possibile dell'India. Per ritrovarla assaporando un pollo tandori, un riso alle foglie di cannella o, semplicemente, un tè allo zenzero.
Ma non è neanche necessario cucinare per risvegliare i nostri ricordi. Nei casi più urgenti di nostalgia, basta aprire il cassetto, e i polmoni, ed ecco che una boccata d'India ci riporta in un lampo, dall'altra parte del mondo.
Purtroppo Blogspot ancora non fornisce l'Odorama. Bisogna accontentarsi delle foto.
Ma non è neanche necessario cucinare per risvegliare i nostri ricordi. Nei casi più urgenti di nostalgia, basta aprire il cassetto, e i polmoni, ed ecco che una boccata d'India ci riporta in un lampo, dall'altra parte del mondo.
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